Serafica

Nicolosi (CT)

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La Sicilia, quattro generazioni a confronto e un piccolo paese sul versante sud dell’Etna. A Nicolosi, la famiglia Serafica, si dedica dal 1950, con passione e nel massimo rispetto dei principi della sostenibilità ambientale, alla coltivazione di vigneti e uliveti appartenenti all’agro-biodiversità siciliana, i cui frutti vengono da sempre trasformati in vino e olio, con caratteristiche uniche e incomparabili. Una storia di emigrazione al contrario quella della famiglia Serafica che inizia nel mondo del vino quando Andrea Serafica rientra dall’America e si dedica alla coltivazione di vigneti, poi nel 1976 Nino Serafica realizza il frantoio oleario: dal 2000 Andrea Serafica re-impianta nuovi vigneti e uliveti e nel 2018 la nuova generazione Giuseppe Borzì e Nino Serafica realizzano il brand per la commercializzazione dei prodotti aziendali, Maria Ausilia introduce la didattica in azienda e viene acquistato il nuovo frantoio con estrazione a freddo. Dal versante Sud dell’Etna i 15 ettari di vigneti dell’azienda godono di uno straordinario equilibrio tra brezze sapide, terreni sabbiosi e minerali, buona piovosità e una considerevole escursione termica che, grazie all’influenza ciclica delle correnti marine, risulta decisiva per la maturazione dei frutti e sulle loro caratteristiche organolettiche. I vigneti si trovano in un’altitudine variabile tra i 700 metri e i 950 metri sul livello del mare e all’estremità della viticoltura etnea (alcuni con pendenza maggiore al 30%): la linea Mirantur si svela con il bianco da uve Catarratto e il rosso da Nerello Cappuccio mentre gli Etna Doc raccontano i vini del vulcano grazie al Grotta della Neve (Carricante ed una piccolissima aggiunta di Catarratto), Grotta dei Lamponi (Nerello Mascalese) e Grotta del Gelo (Nerello Mascalese ed in piccola parte Nerello Cappuccio). L’enologo è Nicola Colombo. Non meno importante l’uliveto che con i suoi 40 ettari distribuiti nei territori di Nicolosi, Ragalna, Santa Maria Di Licodia ad un’altitudine variabile dai 300 ai 1000 metri sul livello del mare si racconta nelle quattro etichette dove la Nocellara etnea, cultivar regina del territorio, regala un olio extravergine dal gusto articolato e ricco: lo 01 D.O.P. Monte Etna da un’unica particella a 1.000 sul livello del mare di Nocellara Dell’Etna, lo 02 I.G.P. Sicilia (Olio EVO, Nocellara Dell’Etna, Nocellara del Belice), lo 03 Biologico (Olio EVO, Nocellara dell’Etna) e infine lo 04 (Olio EVO, Nocellara dell’Etna, Carolea, Biancolilla) che rappresenta il blend classico della tradizione. Da qualche anno, la famiglia Serafica è custode della Segale Irmana, dedicandosi al recupero e alla coltivazione dell’Immanu, un’antica cultivar dalla cui farina viene prodotto il “Pane Immanu”, gioiello alimentare della tradizione etnea. Molto simile al frumento, la Segale, è un cereale resiliente: resiste al freddo, ragion per cui viene definito Cereale di Montagna e ha basse esigenze termiche. Grazie ad un progetto di collaborazione con Università di Catania, il Parco dell’Etna e il Comune di Nicolosi, si è puntato alla reintegrazione della coltivazione di un cereale coltivato dai monaci benedettini durante il dopoguerra ma che con il passare degli anni è stato abbandonato.

I vini presenti al festival 2024

Spumante Mirantur Bianco

Scheda tecnica