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01 Lug

Spumantitalia 2020: A tutta bolla

Italia in Bollicine

Gli spumanti italiani sono cambiati o sono sempre gli stessi? C’è una tradizione da seguire o è l’innovazione la carta che si deve giocare quando si parla di bollicine? I mercati internazionali preferiscono il metodo classico o quello italiano?

Sono interrogativi a cui i principali produttori, enologi, esperti e giornalisti del settore hanno cercato di dare risposte in occasione di SpumantItalia, festival interamente dedicato alle bollicine che per quattro giorni, dal 24 al 26 gennaio, ha eletto Pescara capitale degli spumanti made in Italy. È il secondo anno che la città abruzzese ospita l’effervescente kermesse, capace di sfoderare numeri di tutto rispetto: 12 masterclass, 250 bollicine degustate in un viaggio sensoriale dal Trentino alla Sicilia, numerosi dibattiti, talk show ed eventi ad hoc che hanno animato l’intera città. A organizzare l’evento “Bubble’s Italia Magazine”, in collaborazione con il Consorzio di tutela dei vini d’Abruzzo, con la partnership della Andrea Zanfi Editore, dell’Ovse, di Aliante Business Solution, di Assoenologi, delle Città del vino, delle Donne del vino e di molte associazioni nazionali e regionali.

Il format è riuscito a incassare il consenso di quasi cento aziende italiane, per lo più in rappresentanza di ben nove Consorzi spumantistici: i Consorzi dei vini d’Abruzzo, del Prosecco, del Garda, dell’Asti, del Brachetto d’Acqui, del Lambrusco, dei vini del Sannio, del Durello Monti Lessini e dell’Erbaluce di Caluso. Un fantastico viaggio per approfondire la conoscenza dei territori spumantistici della penisola in lungo e in largo: dalla Franciacorta all’Alta Langa, dai Monti Lessini a tutta l’area del Prosecco passando per la Puglia, le Marche, l’Abruzzo, la Campania fino ad arrivare a Pantelleria e risalire poi alla Valle d’Aosta.

I talk più effervescenti

Un appassionante viaggio nell’Italia delle bollicine analizzato attraverso dibattiti e momenti di confronto tra le diverse figure professionali che, a vario titolo, popolano il mondo del vino: da Valentino Di Campli, presidente del Consorzio di tutela dei vini d’Abruzzo, ad Attilio Scienza, da Lamberto Vallarino Gancia a Vincenzo Russo dello iulm di Milano e dell’Università La Sapienza di Roma, passando per Bruno Vespa, Luca Giavi, direttore del Consorzio Prosecco, Stefano Ricagno, vice presidente del Consorzio D’Asti, fino a Carlo Veronese, direttore del Consorzio Oltrepò Pavese, Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio del Durello, Donato Lanati e Bernardo Cigliano, Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi e Giampietro Comolli, che ha tenuto le fila dei relatori con grande maestria.

Analizzata la Viticoltura 4.0, dedicata ai cambiamenti introdotti in agricoltura in relazione ai mutamenti del clima, si è tenuto un focus sui mercati e sui consumatori, esaminando i gusti dei millennials e interrogandosi sul ruolo della scienza e della tecnologia come strumenti per orientare produzione e consumi.

Un altro momento di interazione tra territori di storica identità spumantistica e nuove aree di produzione si è avuto nel talk show Esperienze a confronto, dialogo che ha avuto per protagonisti rappresentanti di molti areali italiani che hanno raccontato il loro rapporto col vino e col territorio.

Un approfondimento sulla comunicazione dei territori e del loro patrimonio come brand identity si è avuta anche nel dibattito Il patrimonio culturale del territorio come elemento di sostegno alla comunicazione aziendale, che ha offerto utili spunti di riflessione per porre l’accento sugli elementi culturali, la loro importanza, la loro creazione e le loro modalità di utilizzo nell’ambito del marketing e della comunicazione aziendale. Dibattiti, infine, anche sulla revisione dei disciplinari di produzione in terra d’Abruzzo, regione che ha ospitato l’evento, con modifiche tecniche che stanno interessando un po’ tutte le denominazioni.

Spumantitalia bicchiere

Masterclass d’autore

Non è mai accaduto in nessun evento italiano del sistema vino che venissero organizzate ben dodici masterclass, capaci di riunire 546 partecipanti e conquistare i palati di moltissimi professionisti. Grande interesse è stato riscosso, innanzitutto, dalla masterclass Il territorio si veste Classico, volta ad approfondire il metodo classico sotto la guida di Pasquale Porcelli e Lamberto Vallarino Gancia: i tredici spumanti degustati, espressione del nord e del sud Italia, hanno infatti consentito una panoramica a tutto campo su questo specifico tipo di bollicina italiana. Sempre tredici poi sono stati gli spumanti metodo classico rosè offerti all’assaggio in Bubbles’ Rosè, condotta da un big del calibro di Mattia Vezzola, enologo di Bellavista e owner di Costaripa, e da Manuela Corneli dell’AIS. Nove, invece, gli spumanti metodo italiano tra brut e rosè divenuti protagonisti di Il frutto nel bicchiere, animata da Pasquale Porcelli, Lorenzo Colombo e dall’enologo Vittorio Festa.

Di grande fascino anche la masterclass dedicata al Durello Monti Lessini, che si è potuto raccontare grazie a Chiara Mattiello e Aldo Lorenzoni. A guidare la degustazione in modo inappuntabile è stato poi Fabrizio Salce, che ha presentato una batteria di nove Spumanti di Monti Lessini metodo classico e Lessini Durello metodo italiano. Per la Lessinia che, posta tra Verona e Vicenza e impegnata a presentarsi al grande pubblico con vini di ottima fattura quali Chardonnay, Garganega, Pinot Bianco e Pinot Nero, è stata una grande occasione per far conoscere a un qualificato pubblico i suoi spumanti, di grande struttura e connotati da spiccate note acidule. E chi ha potuto partecipare a questo evento nell’evento ha immediatamente capito che i trentacinque produttori dell’area, inserendosi fortemente tra il Prosecco e il Garda Brut, faranno di certo parlare di sé.

Non è sicuramente un caso, infine, che abbia scelto l’Abruzzo, sua regione natia, Bruno Vespa, per la prima masterclass su “Noitre”, metodo classico di Negroamaro in purezza: una bollicina dal nome accattivante, ideato dalla moglie del giornalista e dedicato a lui e ai loro due figli. A condurre la prima verticale delle cinque annate, dal 2015 al 2011, è stato lo stesso Bruno Vespa insieme al suo enologo Riccardo Cotarella e ad Andrea Zanfi.

La cena di gala e i Bubble’s Awards

Scintillio per la cena di gala Brindisi italiano, nel corso della quale sono stati assegnati i premi alle principali firme della spumantistica italiana, del calibro di: Giorgio Soldati, Dominga Cotarella, Lamberto Vallarino Gancia, Mattia Vezzola, Domizio Pigna, Leonardo Taschetta, Joe Castellano, Attilio Scienza e Marcello Masi, ex direttore del Tg2 e grande divulgatore delle eccellenze enogastronomiche made in Italy.

Un riconoscimento speciale è stato consegnato anche ad Aldo Lorenzoni del Consorzio del Prosecco e del Consorzio dei vini Lessini Durello. Il Premio Francesco Scacchi, assegnato alla più innovativa azienda spumantistica italiana, è andato a Salvatore Murana di Pantelleria per il suo spumante ottenuto dai racemi di moscato Zibibbo. Altri premi, inoltre, sono stati attribuiti a Girolamo d’Amico, Louis Rapini, Ulrico Priore e Mario Pojer. Il Premio Gerolamo Conforto è stato consegnato a Josef Reiterer e Franco Adami. Il premio Il frutto nel bicchiere, infine, se l’è aggiudicato l’enologo Tonino Guzzo.

Dalla moda al noir in giallo

Il festival ha dedicato anche una sera alle donne, dove i brand del lusso e quelli delle bollicine made in Italy, si sono alleati nella lotta contro il tumore del seno. Il risultato? Fashion&Bubbles for Pink Ladies, l’evento organizzato durante SpumantItalia in favore dell’associazione Susan G. Komen dalla boutique Coltorti di Pescara, nel tempio della moda di Corso Umberto. Una serata solidale con dj set, in cui sono stati venduti oggetti di lusso, il cui ricavato è stato interamente devoluto in beneficienza alla Komen, da vent’anni in prima linea su tutto il territorio nazionale nel campo della prevenzione e della lotta ai tumori del seno.

Tra i vari appuntamenti in carnet a SpumantItalia un grande successo è stato registrato anche da Noir in Giallo, realizzato con il Consorzio di tutela dei vini dell’OltrePò Pavese. Nel salotto della Feltrinelli di Pescara si sono ritrovati lo scrittore e giornalista abruzzese del “Messaggero” Paolo Mastri, autore di Tutto così in fretta, e lo scrittore lombardo Alessandro Reali, autore del romanzo La ragazza che sorrideva sempre. Entrambi gli autori descrivono una provincia: Pescara il primo, e l’area che si snoda tra la Lombardia e il Piemonte il secondo. E ciascuna di esse diventa il misterioso scenario di due omicidi che consentono parallelamente di raccontare vizi e virtù della classe borghese. Il romanzo di Mastri, temporalmente collocato nel momento del rapimento e dell’omicidio di Aldo Moro, si svolge in un periodo estremamente particolare per Pescara e per l’Italia intera; il romanzo di Reali, che pure si è occupato di brigate rosse, racconta dal canto suo l’omicidio di una giovane, figlia della borghesia di provincia. A condurre la presentazione, che si è svolta degustando le migliori etichette di metodo classico scelte dal Consorzio Oltrepò pavese, è stato il giornalista di Rai3 Nino Germano.

Testo di Monica Di Pillo